We Are The Future è il quarto capitolo di “THE ART OF BECOMING”

 

Aprile, mese del design e della creatività declinata in svariate forme e linguaggi, che nei giorni del Salone Internazionale del Mobile rivoluzionano l’estetica della città di Milano, per tradizione, bacino d’accoglienza di appassionati e stakeholder del settore. Momento strategico per brand di moda, protagonisti dell’arte e del design, per trasmettere al proprio pubblico intenti e valori attraverso il linguaggio universale della cultura. È in questo contesto internazionale in cui si svolge il quarto appuntamento dell’ambizioso progetto The Art Of Becoming che vede il brand di camicie di lusso Xacus in dialogo con un’artista contemporaneo e la sua opera, portavoce dei suoi valori. Come in quest’occasione, l’attenzione del brand vicentino al pianeta e la messa in atto di sempre nuove strategie per impattare il meno possibile sull’ambiente e dunque sul cambiamento climatico, è centro d’interesse primario dell’opera di Nazareno Biondo.

 

 

 

 

 

“Immaginiamo il nuovo che verrà”

 

È il tema di Xacuslegato al suo impegno costante verso l’innovazione e la sostenibilità - punti fondamentali del Manifesto Xacus - che Nazareno Biondo ha interpretato attraverso la scultura del marmo (fornita da Petra Antiqua, azienda vicentina), materia pura e naturale, effettuata senza strumenti meccanici, ma per mezzo del gesto, in sintonia con quello sartoriale che si fa azione narrante della realizzazione di una camicia, nei suoi dettagli più preziosi, dal taglio alla confezione di un polsino, del colletto perfetto, del cannoncino o di una spalla cucita a regola d’arte. Il risultato è una monumentale porta scolpita in un blocco pregiato di marmo di Carrara, in dimensioni reali, che non è altro che un passaggio fra noi e la nostra evoluzione, lasciata aperta attraverso uno spiraglio.

 

 

 

 

 

Nazareno Biondo, dalla Reggia di Venaria alla boutique Xacus di via Solferino a Milano

 

Un’altra collaborazione con un artista, la quarta, che attraverso un linguaggio diverso dai precedenti esprime la propria protesta silenziosa nei confronti delle abitudini malsane del consumismo e di antiche regole che il mondo fa fatica a cambiare, in favore del rispetto dell’ambiente. Quelli di Nazareno Biondo, torinese, che espone le sue opere alla Reggia di Venaria, al Castello di Rivara e all’Archivio di Stato, sono simboli e testimoni allo stesso tempo di questo messaggio scolpito nella pietra. Rappresentazioni di carcasse di veicoli o oggetti di scarto come lattine, tappi di bottiglie, che il più delle volte abbiamo ritrovato nel bel mezzo di un paesaggio naturale o sui fondali marini, che se per decenni hanno rappresentato una normalità nascosta sotto il tappeto, oggi diventano figure emblematiche di presa di coscienza e punto di partenza per una regolamentazione tra le nazioni di tutto il mondo.