Quando indossi un capo colore indaco forse non sai di aver scelto una tinta davvero speciale: non solo per la sua sfumatura, ma anche per la storia e per il procedimento con il quale si ricava. Non vi è tinta uguale o più strabiliante di questa che, con il passare del tempo, mantiene la sua particolare lucentezza.

Il blu indaco è una sostanza colorante che si ottiene attraverso un particolare procedimento praticato in Asia già 4000 anni fa. Il principale produttore era l’India e la pianta da cui si ricavava l’Indigofera Tinctoria: per questo il nome della sostanza è “indaco”. Non appena in Europa si scoprì questa tinta se ne iniziò la produzione utilizzando l’Isatis Tinctoria, pianta simile a quella esotica utilizzata in India. Tuttavia, la pianta asiatica sostituì quella europea nel Cinquecento, grazie al suo maggiore potere tintorio.

L’indaco, dunque, è un pigmento di origine vegetale: si ricava dall’Indigofera Tinctoria, ricca di indingotina, sostanza attiva che si estrae dalle foglie lasciate fermentare in grandi vasche insieme a soluzioni alcaline. Si ottiene così un liquido giallo-verde che viene poi fatto ossidare all’aria in ampie vasche e costantemente mescolato. Con il passare del tempo il colore muta la sua tonalità assumendo la caratteristica sfumatura viola-azzurrastra dell’indaco. Il deposito melmoso che si forma, detto “fiocchi di indigotina”, viene riscaldato per fermare la fermentazione e successivamente asciugato per essere commercializzato sotto forma di pani.

L’indaco è un cosiddetto “colorante al tino”: essendo una sostanza insolubile in acqua deve essere trasformato in forma solubile per far sì che possa tingere le fibre del tessuto che andrà colorare. Nella sua categoria, però, è speciale: lavaggio dopo lavaggio gli altri coloranti tendono a ingrigire, mentre la tintura indaco schiarisce mantenendo una tonalità azzurro brillante.

I capi e le camicie blu indacohanno dunque una marcia in più: la loro sfumatura esclusiva è frutto di un procedimento particolare, di una storia millenaria, ma soprattutto del lento passare del tempo che rende l’indaco sempre più luminoso.