Resistente, comodo e inconfondibile. Il famosissimo denim è un tessuto che deriva dal fustagno, realizzato in cotone con armatura a saia, e caratterizzatodall’intenso color indaco, frutto della tintura di origine vegetale, oltre che dalle infinite sfumature date dai diversi tipi di lavaggi e finissaggi a cui viene sottoposto. Un tessuto che è diventato una vera e propria icona nel mondo della moda, seguendo una evoluzione sorprendente nel corso della sua storia. 

L’origine di questo particolare tessuto, a differenza di quanto generalmente si crede, è molto antica e risale addirittura al Medioevo quando nel sud della Francia, a Nimes (da cui deriva “de-Nimes”), veniva prodotta una particolare stoffa di cotone e lino color indaco, molto resistente, utilizzata per gli abiti da lavoro. Nello stesso periodo, nel porto di Genova, i marinai e gli operai utilizzavano delle tenute da lavoro realizzate in un robusto fustagno di colore blu proveniente da Chieri in Piemonte, chiamato bleu de Gênes, da cui il termine blue jeans. Grazie al commercio dei genovesi il denim arrivò in America, dove Levi Strauss, nel 1853, iniziò a produrre un pantalone 5 tasche con questo tessuto, pensato per i minatori, ricercatori d’oro e cowboy. Il pantalone jeans divenne uno dei capi più diffusi già all’epoca, basti pensare che anche Garibaldi durante lo sbarco dei Mille a Marsala indossava un jeans, ora esposto nel Museo Centrale del Risorgimento a Roma.

 

Il jeans nel ‘900 tra politica e stile.


Nei primi decenni del ‘900 i capi in jeans, tra cui la classica camicia con due tasche con bottoni applicate sul petto, si diffusero negli ambienti extra-lavorativi, fino alla definitiva consacrazione, nel secondo dopoguerra, grazie alle icone americane del cinema e della musica, come James Dean, Marlon Brando o Elvis Presley. Negli anni ’60, con le rivolte studentesche, il blue jeans assume una connotazione politica diventando così il simbolo del rifiuto giovanile verso le convenzioni sociali, un capo semplice e ugualitario, che accomuna tutti. In seguito, il tessuto denim ha iniziato una rapida scalata nella scena fashion, diventando simbolo degli hippy negli anni ’70 e poi salendo in passerella nelle più importanti sfilate del sistema moda, ormai consacrato a vero e proprio must have di ogni guardaroba.

Il jeans è il primo capo veramente globalizzato e democratico, che ha sorpassato ogni cultura e confine, utilizzato con disinvoltura dallo star system come dagli studenti, nelle sue infinite varianti e fantasie. Un tessuto che è diventato un vero e proprio stile, chiamato “jeansweare”, basato sul suo colore e sull’appeal di questo capo dalla storia mitica.