Da dove nasce la camicia che oggi indossiamo? Qual è la sua storia e come è arrivata fino a noi?

La camicia ha un'antenata: la tunica romana di lino con le maniche, del colore naturale del tessuto.
Fa la sua comparsa nel primi anni del terzo secolo d.C. e si presenta come un indumento morbido, fermato alla vita da una cintura.
Poche sono le fonti visive dell'epoca, ma da quelle scritte si evince che la camicia era un capo d'abbigliamento indossato dalle diverse classi sociali.
L'interula maschile era generalmente di lino, lunga fino a metà coscia, con maniche larghe e lunghe fino ai polsi.
Carlo Magno indossava la camicia sotto la tunica e si rifiutava di utilizzare abiti forestieri.
La portava in modo disinvolto e non mancava mai nel suo abbigliamento, perché essa incarnava la sintesi dei tre ruoli del sovrano: soldato, regnante e servo di Dio.
All'epoca di Federico II, le camicie iniziano a essere realizzate anche in guarnello, un cotone leggero, e in dubletto, dall'unione del lino e del cotone o dal lino e la bambagia. Niente bottoni ma larghe increspature sulle spalle.
Ad avvolgere il corpo del re durante il rito dell'incoronazione è la camicia bianca, rappresentativa di una nuova pelle.


Da qui, la camicia comincia a diventare sinonimo di eleganza, connotazione che indossa tutt'oggi, e trova la sua ragione d'essere in occasione di eventi speciali.